Pubblicati gli Annali AMD 2020 Presente e Futuro

Pubblicati gli Annali AMD 2020 Presente e Futuro

Comunicato dell’AMD*, Associazione Medici Diabetologi

Venerdì 23 ottobre ‘20, sono stati presentati gli Annali dell’Associazione Medici Diabetologi [Annali AMD 2020 (dati 2018)]. Gli Annali AMD sono una preziosa raccolta dati di “real life” che dal 2006 misurano il valore dell’assistenza diabetologica su tutto il territorio nazionale. Fotografano lo scenario del diabete permettendo di identificare le aree critiche che richiedono un miglioramento, in un Ciclo Continuo di Qualità. “Circa un 80% di pazienti non è a target.” dichiara Di Bartolo, presidente AMD “Sappiamo quanto sia arduo portare il paziente con diabete in un buon controllo così da prevenire le complicanze diabetiche, tuttavia oggi le nuove terapie sopperiscono alla difficoltà di gestione di una patologia così complessa”.

“Quest’anno più che mai, la pubblicazione degli Annali 2020 è per AMD motivo di grande orgoglio e soddisfazione perché viene presentata in un momento, quello della pandemia Covid-19, che ha messo a dura prova l’intero SSN. Queste fotografie di AMD sulla assistenza diabetologica permetteranno fra pochi mesi di valutare quanto questa pandemia abbia purtroppo compromesso la qualità della cura” sottolinea Domenico Mannino, Presidente Fondazione AMD.
Quali sono le novità degli Annali AMD 2020 (Dati relativi al 2018)?

In generale: circa l’80% dei pazienti non è “a target”

  • Anche se cresce la percentuale dei pazienti che raggiungono un buon controllo della glicemia, questo miglioramento è troppo lento. Solo il 20% della popolazione con diabete seguita all’interno dei Centri Diabetologici riesce a raggiungere il ‘target’ nel controllo sia della glicemia, sia della pressione arteriosa, sia del livello di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) nel sangue.
  • In altre parole, l’80% delle persone con diabete vive in una “cronica” difficoltà nel tenere sotto controllo i più importanti fattori di rischio, risultando così maggiormente esposta al rischio di sviluppare complicanze diabetiche.
  • “Senza rinunciare nel tentativo di portare i pazienti a raggiungere i valori-target, ora il nostro compito è quello di proteggere, anche attraverso le terapie più recenti, quell’82% della popolazione con diabete non ‘a target’ per garantire la migliore qualità di vita e scongiurare gli esiti più temuti della patologia” ribadisce Di Bartolo.
  • “Buoni i risultati dell’emoglobina glicata ‘a target’ (≤ 7%) per il 53% della popolazione nel suo insieme e del colesterolo LDL (colesterolo cattivo) nella norma, per il 63% dei soggetti. Ancora non soddisfacenti invece i dati sulla pressione arteriosa, sugli stili di vita e sull’uso dei farmaci più innovativi” spiega Valeria Manicardi, Coordinatore del Gruppo Annali AMD.
  • “Sul fronte della terapia, cresce troppo timidamente l’utilizzo dei farmaci innovativi per la cura del diabete, oggi di comprovata efficacia. Se gli inibitori del DPP4 passano dal 18% della rilevazione precedente (2016) al 21%, gli inibitori SGLT2 dal 4 arrivano al solo 9,6%, e gli agonisti del GLP1 si incrementano ancora meno, dal 3,7 al 5,8%. Utile ricordare come SGLT2 e GLP1-RA abbiano dimostrato di proteggere cuore e reni e quindi di salvaguardare maggiormente la salute delle persone con diabete, pertanto ci saremmo attesi un aumento più consistente”.

Centri diabetologici coinvolti

Invecchiamento della popolazione con diabete

  • Dal 2016 al 2018, si è osservato un generale invecchiamento della popolazione con diabete, sia per il diabete tipo 1 (DT1) che per il diabete tipo 2 (DT2). Il 67,3% delle persone con DT2 e il 16,6% delle persone con DT1 è over 65, con importanti conseguenze in termini di aumento del rischio di complicanze e nell’uso dei farmaci.

Diabete tipo 2

  • Il 52,9 % dei pazienti con diabete tipo 2 ha un’emoglobina glicata “a target” ≤7%, il 63,5 % dei pazienti ha livelli di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) nella norma. Più a rischio la situazione pressoria, con il 46,5% di soggetti con una pressione arteriosa ≥140/90 mmHg, l’incidenza di obesità (40% dei soggetti con DT2) e il fumo di sigaretta (16,9% dei pazienti con diabete tipo 2).
  • Per quanto riguarda la terapia per il diabete tipo 2 , aumenta l’impiego dei farmaci più recenti che offrono una protezione cardiovascolare: il consumo di inibitori DPP4 passa dal 16% del 2016 al 21%, quello degli inibitori SGL2 dal 4% sale al 9,6%, minore l’incremento degli agonisti GLP1, passato dal 3,7% al 5,8%. Diminuisce (fortunatamente) l’utilizzo di sulfaniluree e glinidi (sotto al 20%), resta stabile l’insulina (32,4%).

Diabete tipo 1

  • Tra i pazienti con diabete tipo 1 si riscontrano delle aree di miglioramento ma i progressi in due anni sono ancora modesti. Il 30,2 % del campione ha emoglobina glicata “a target” ≤7% e il 53,6% livelli di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) in un range normale. Aumentano invece i pazienti con obesità (13,4%) e i soggetti fumatori (25%).

Qualità delle cure nel suo complesso

Globalmente, la qualità di cura del diabete è migliorata in modo consistente sia nei soggetti con diabete tipo 1 che in quelli con diabete tipo 2: circa il 60% di entrambe le popolazioni raggiunge uno Score Q ottimale (>25).

“Da questo punto di vista, gli Annali AMD – conclude Di Bartolo – si rivelano uno strumento sempre più utile per individuare le aree di miglioramento per l’ottimale gestione della persona con diabete. I dati raccontano un continuo miglioramento della qualità dell’assistenza, ma non possiamo accontentarci, la diabetologia italiana può e deve fare di più per arrivare a una piena appropriatezza dell’assistenza e proteggere al meglio i soggetti maggiormente esposti a rischio complicanze diabetiche”.

References

* L’Associazione Medici Diabetologi (AMD), costituita nel 1974, con oltre 2000 iscritti è la più grande associazione scientifica della diabetologia italiana. Affiliata all’International Diabetes Federation (IDF), AMD: (1) promuove la diffusione sul territorio di strutture idonee alla prevenzione, diagnosi e cura del diabete mellito; (2) si occupa della qualificazione professionale e dell’aggiornamento culturale del personale sanitario operante in tali strutture; (3) si adopera affinché la diabetologia e la figura del medico diabetologo acquisiscano e mantengano la loro autonomia dal punto di vista didattico e clinico e costituiscano il principale punto di riferimento nella cura del paziente con diabete.
L’AMD promuove la ricerca in campo diabetologico, clinico e terapeutico e collabora con le altre istituzioni che hanno finalità e interessi comuni.

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