17 settembre: SportCity Day ma anche Giornata Nazionale per la Salute e il Benessere Urbani

17 settembre: SportCity Day ma anche Giornata Nazionale per la Salute e il Benessere Urbani

Salute delle città e longevità sana. Il prossimo 17 settembre 2023 sarà una giornata davvero speciale. Tanti territori all’unisono per lanciare un messaggio alla nostra bella Italia per migliorare – grazie all’attività fisica e allo sport – il benessere, la qualità della vita, l’invecchiamento sano e la felicità di cittadini e città. La pratica di un’attività fisica regolare è benefica anche per chi soffre di diabete e/o sovrappeso, considerando anche la crescente incidenza di sovrappeso e obesità nei bambini, in particolare nelle Regioni del Sud. Tema di quest’anno “la città come bene comune”. In piazze e strade di 140 città organizzate attività di sport e benessere per tutti i cittadini.

Perché è così importante lo sport nel bambino, soprattutto in sovrappeso?
Per il semplice fatto che l’attività fisica è uno degli elementi fondamentali per fare entrare il glucosio dal sangue alle cellule, regolando i livelli di glicemia.
Prof. Angelo Avogaro, Presidente SID

Promuovere il modello della Health City

Ideata nel 2018, la Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città, che quest’anno viene dunque a coincidere con lo SportCityDay2023, nasce dalla constatazione del crescente aumento dei fattori di rischio per la salute e lo sviluppo dell’uomo legati alle malattie croniche non trasmissibili e a quelle infettive e diffusive – come la recente esperienza del COVID-19. Un fenomeno su cui impatta maggiormente negli ambienti urbani il significativo incremento della popolazione. Ad oggi il 37 per cento della popolazione italiana vive nelle aree metropolitane.

Diventa sempre più importante, e urgente, promuovere il modello della Health City: incentivare una riqualificazione e rigenerazione urbana in cui la salute sia fattore di crescita e coesione, grazie a un’amministrazione consapevole.

La Giornata del 2023 è dedicata al tema della “città come bene comune” pone, quindi, al centro il concetto di una realtà urbana che risponda all’idea di salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, considerando la salute stessa come fattore di crescita e coesione. Temi questi delineati dal Manifesto “La Salute nelle Città: Bene Comune”, lanciato nel 2016 e presentato nel marzo scorso in una versione aggiornata alla cui realizzazione hanno partecipato ben 36 organizzazioni tra cui ANCI, Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, Sport e Salute, Health City Institute, C14+, Federsanità, Istituto per la competitività I-COM, Fondazione SportCity.

Sport e salute nelle città siano priorità per la politica e le istituzioni

La valorizzazione dell’attività sportiva diventa centrale nel quadro delle azioni per rendere più sane le nostre città. Occorre trasformare gli ambienti urbani in spazi sempre più accoglienti per praticare sport e attività fisica, ovvero in luoghi generatori di salute. Quest’anno, nell’ambito dello SportCity Day del 17 settembre saranno 140 le città italiane in 20 Regioni che organizzeranno in piazze, parchi e aree attrezzate, in contemporanea, una giornata di sport e benessere per tutti i cittadini, offrendo loro la possibilità di cimentarsi liberamente in oltre 60 attività sportive, con una previsione di partecipazione che supererà quota 150.000 persone attive. L’Italia intera quel giorno si trasformerà in una immensa palestra a cielo aperto, una festa nazionale della cultura del movimento e del benessere. L’imponente partecipazione prevista testimonia il progressivo radicarsi di un nuovo modo “destrutturato” di intendere lo sport, ovvero diffuso nello stile di vita, su cui però è importante porre ancora l’impegno per sensibilizzare non solo i cittadini, ma soprattutto per richiamare l’attenzione, e stimolare l’azione delle amministrazioni, dei sindaci, della politica tutta, sulla necessità e l’urgenza di ripartire dalle città come luoghi per promuovere la salute, il benessere, lo sport, l’ambiente.

Urbanizzazione: una delle maggiori sfide di sanità pubblica di oggi

«In questo contesto lo sport e l’attività fisica hanno certo un ruolo fondamentale», dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo parlamentare Qualità di vita nelle città, Vicepresidente della X Commissione del Senato. «Il lavoro del nostro intergruppo è fortemente impegnato in questa direzione e io stessa ho presentato un disegno di legge, l’Atto del Senato n.135 della XIX Legislatura del 13 ottobre 2022 su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”, per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, e consentire alle famiglie di usufruire delle detrazioni fiscali. Occorre portare avanti un lavoro comune che promuova lo sport in quanto “farmaco” senza controindicazioni, che fa bene a tutte le età».

Ricominciare a investire nelle strutture della scuola

“Da anni non si investe più nelle palestre scolastiche – sostiene Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità – in Italia, poi, dobbiamo fare i conti con un basso rispetto delle regole che sono alla base di qualsiasi attività sportiva. Nel 2050, inoltre, avremo un assetto demografico in cui ben il 37% della popolazione sarà anziana, con un problema imponente che è quello della denatalità. Occorre investire pesantemente sin da subito nelle scuole, già da quelle primarie – per esempio portando le testimonianze dei campioni che hanno un grande valore per i giovani – per educare a coltivare e valorizzare uno stile di vita sano e l’importanza di un invecchiamento attivo che non pesi – per quanto possibile – sul sistema socio-sanitario. Occorre cambiare la cultura della salute sin dai primissimi anni di vita con degli esempi di riferimento per sacrificio, disciplina, volontà, motivazione e passione”.

Valorizzare il ruolo dei nonni

“Non dimentichiamo anche il ruolo dei genitori e soprattutto dei nonni nella promozione di sani stili di vita e quindi dell’attività fisica tra i giovani – continua Frittelli. “ I nonni hanno un ruolo importantissimo da questo punto di vista; in Italia abbiamo dodici milioni e mezzo di nonni, ciascuno di loro ha in media tre nipoti e la partecipazione alla vita della famiglia, dei figli e dei nipoti è la più elevata a livello europeo per la particolare cultura della famiglia che ci contraddistingue ma anche per una mancanza di wellfare che fa sì che i nonni – appunto – rappresentino l’unico punto di riferimento per tanti bambini. L’ottanta per cento dei nonni vede almeno una volta alla settimana i nipoti ma un trenta per cento li vede tutti i giorni. Ciò significa che chi si incarica del rapporto dei bambini e o dei ragazzi con l’attività sportiva sono proprio i nonni perché se non fosse per loro i ragazzi difficilmente potrebbero accedere a palestre e/ parchi etc. Quindi quando parliamo di invecchiamento attivo, ci sono diversi risvolti:

  • da un lato lo sport che può attraversare tutto l’arco della vita, anche nelle fasi più avanzate grazie a una longevità sana ma al tempo stesso c’è il tema che questa longevità sana consente di prendersi cura dei nipoti e di avviarli all’attività fisica. Questa longevità deve essere appunto costruita attraverso un rapporto intergenerazionale saldo in cui c’è questa cinghia di trasmissione che deve essere rafforzata” continua Frittelli.

Riqualificare gli spazi urbani pensando a tutte le età della vita

“Il tema della riqualificazione degli spazi urbani apre degli orizzonti completamente nuovi, in una dimensione sociale che deve essere anche fortemente intergenerazionale. Nel riqualificare gli spazi, dobbiamo pensare a dei luoghi che possano essere accessibili e anche utilizzati per l’attività motoria per tutte le generazioni. Pensiamo alla possibile trasformazione dei parchi da luoghi dove ci sono i bambini che fanno i loro giochi e i nonni che siedono in panchina a dei parchi attrezzati per un’attività motoria più intergenerazionale come già vediamo in Nord Europa e in altri Paesi del mondo. Quindi i senior non solo come destinatari di una città diversa, una città age-friendly ma anche come protagonisti  di questo processo di cambiamento che coinvolge anche la dimensione associativa e altre realtà importanti per l’inclusione sociale” conclude Frittelli.

Basta iniziare a muoversi per fare la grande differenza. Non occorre allenarsi come un campione olimpionico. Un’attività sostenibile, di media intensità ma costante è sufficiente.

I costi indiretti per il diabete in Italia sono 10 miliardi di euro all’anno, quelli diretti sono nove miliardi di euro all’anno. L’attività fisica, lo sport, riducendo il peso, induce una de-prescrizione dei farmaci con dei risparmi – dal punto di vista economico – che sono enormi e che potrebbero essere investiti in altre risorse.

Occorre educare alla cultura dello sport sin dalle prime età della vita.
Prof. Angelo Avogaro, Presidente SID

Una cultura, quella dell’attività fisica e dello sport, che è importante promuovere e facilitare a tutte le età. Nell’ambito della conferenza di presentazione della Giornata è stato infatti siglato un protocollo d’intesa per la promozione dell’invecchiamento attivo nelle città tra l’Intergruppo parlamentare Qualità di vita nelle città, Health city institute, C14+, Fondazione SportCity, Fondazione Longevitas, Federsanità, FeSDI e Cittadinanzattiva. Un’iniziativa questa per rafforzare un impegno comune nel rendere le città sempre più a misura delle persone senior nell’ottica di una longevità sana e attiva.

Ogni cittadino ha diritto a una vita sana e integrata nel proprio contesto urbano.

PER TUTTE LE INFORMAZIONI PRATICHE RELATIVE ALL’EVENTO, SI RIMANDA AL SITO DELLA FONDAZIONE SPORTCITY  → https://fondazionesportcity.it/

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