Diabete tipo 1 e legge 118. FDG sollecita un incontro con il Ministero della Salute

Diabete tipo 1 e legge 118. FDG sollecita un incontro con il Ministero della Salute

Nei giorni scorsi, la rete e la stampa hanno dato ampio spazio all’ennesimo caso di malasanità che ha avuto purtroppo per protagonista un ragazzo di 13 anni: Alessandro Farina, deceduto il 27 dicembre all’ospedale Ruggi di Salerno per presunto coma diabetico. In un primo momento il personale medico del Pronto Soccorso aveva prescritto il cortisone diagnosticando una forma allergica ma, quando ormai il picco di glicemia aveva raggiunto 1200 si è capito che il giovane, in realtà, soffriva di diabete di tipo 1. La magistratura sta indagando sull’accaduto e si esprimerà a febbraio 2018.

In questo momento ci sentiamo soltanto di stringerci ai familiari di Alessandro – ha commentato Antonio Cabras, Presidente della Federazione Diabete Giovanile (FDG) – ma non possiamo certo sottovalutare la negligenza o l’imperizia da parte dei medici che lo hanno assistito.”

La SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) ha lanciato il suo allarme presentando alcuni dati: un ampio studio recentemente pubblicato su Journal of Diabetes Research**, ha evidenziato come, in Italia, negli anni 2012 e 2013 si siano registrati ben 945 casi di chetoacidosi diabetica moderata/severa su 2.453 esordi, pari al 38,5%. Ancora più impressionante è il numero di chetoacidosi in bambini di età prescolare: 445 casi su 668 esordi, pari al 72%. Considerando solo i casi di chetoacidosi grave, cioè con pH <7.1, si sono registrati 253 casi (10,3%) nel gruppo 0-18 anni nel suo complesso, e 103 casi nei bambini in età prescolare (16,6%).

La magistratura appurerà eventuali responsabilità ma, nel frattempo, abbiamo richiesto un urgente incontro con il Ministero della Salute per definire un programma di linee guida per gestire l’emergenza-urgenza del bambino e del giovane (in qualche caso anche persona adulta) con diabete di tipo 1 in situazione di chetoacidosi e/o ipoglicemia in fase acuta, in sede ospedaliera di pronto soccorso e nel proprio domicilio. La gestione di una malattia subdola, come il diabete di tipo 1, forma autoimmunitaria del diabete – ha sottolineato Cabras – richiede competenze specifiche perché un approccio sbagliato può portare danni gravissimi fino, come purtroppo è accaduto al povero Alessandro, al decesso.”

Ricordiamo che il diabete di tipo 1 ha un esordio rapido e brusco, cioè con manifestazioni importanti sin dall’inizio, in modo particolare nei bambini e nei soggetti più giovani. I primi sintomi spia a cui fare attenzione sono tanta pipì e tanta sete, più frequenti e impellenti del solito, senza cause apparenti. In questi casi vale sempre la pena di consultare subito il pediatra perché potrebbe essere in agguato il diabete di tipo 1. Un terzo segnale importante è il dimagrimento, anch’esso senza motivo apparente, spesso associato a stanchezza e facile affaticamente. Il diabete di tipo 1, raccomandano gli esperti, va diagnosticato e trattato subito per evitare una rischiosa complicanza chiamata chetoacidosi diabetica (DKA), che nella fase più grave può portare a edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti, fino al decesso.

Ufficio stampa della Federazione Diabete Giovanile (FDG): Agapantos srl
Dr. Marco Palomba, Tel: 392-2829781

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