Inaugurato a Padova il nuovo Centro per la Terapia Cellulare del diabete tipo 1

Inaugurato a Padova il nuovo Centro per la Terapia Cellulare del del diabete tipo 1

Comunicato stampa Regione Veneto, con la consulenza della Prof.ssa Lucrezia Furian, responsabile del Progetto Veneto per la Terapia Cellulare del Diabete

Oggi la terapia del diabete tipo 1 instabile – in Veneto e in Italia – fa un ulteriore, importante passo avanti! Il 28 dicembre 2021, infatti, al Campo Biomedico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova è stato inaugurato – in presenza del Governatore Luca Zaia – il nuovo Centro per la Terapia Cellulare del Diabete dove si eseguirà il Trapianto di isole pancreatiche. Una nuova frontiera per una selezione di pazienti affetti da diabete di tipo 1 instabile non responsivi alla terapia tradizionale (per es. pazienti adulti che non avvertano le ipoglicemie gravi o con inizio di complicanze diabetiche croniche che il trapianto potrebbe bloccare o rallentare).

Il “Progetto Veneto per la Terapia Cellulare del Diabete”

Il Progetto Veneto per la Terapia Cellulare del Diabete – triennale – guarda a un futuro decisamente migliore, grazie all’utilizzo del trapianto non dell’intero pancreas, ma di “isole o insule pancreatiche”, che sono quella piccola parte delle cellule del pancreas che producono l’insulina, tramite una semplice puntura percutanea, quindi un’infusione, eseguita da radiologi interventisti. Nonostante non si tratti di un trapianto “tradizionale” dell’organo in toto, anche questa pratica innovativa richiede poi il trattamento antirigetto con terapia immunosoppressiva, ma a Padova – così come sta avvenendo a Milano (Ospedale Niguarda e Ospedale San Raffaele) stanno già studiando anche la realizzazione di “insule microincapsulate”, che non necessiteranno di terapia immunosoppressiva a lungo termine. L’inserimento delle isole pancreatiche all’interno di capsule ovvero sostanze proteiche in gel potrà consentire di ‘proteggere’ le insule dalla distruzione da parte del sistema immunitario, e di prevenire il rigetto”.

Con un post su Facebook, il Governatore del Veneto Luca Zaia elogia il livello di innovazione e tecnologia dei laboratori del Centro di Padova

“A 100 anni esatti dalla scoperta dell’insulina, abbiamo inaugurato stamattina all’Ospedale di Padova il Centro per la Terapia cellulare del Diabete, su cui la Regione Veneto ha investito 1.380.000 euro.
È l’unico laboratorio di altissimo livello con contenuti innovativi e tecnologici presente nel Nordest e una delle poche realtà esistenti in Italia.

La terapia cellulare del diabete di tipo 1 rappresenta una tecnica multidisciplinare che unisce e mette a sistema diverse equipe per prelevare dal pancreas del donatore deceduto le cellule in grado di produrre l’insulina, processarle e renderle idonee ad essere inserite nel fegato del ricevente.

Fino a poco tempo fa l’unico rimedio efficace per i casi più gravi di diabete tipo 1 instabile era il trapianto di pancreas. Oggi invece con la terapia cellulare, i malati potranno liberarsi dalle iniezioni di insulina, almeno per un periodo di tempo più o meno lungo, migliorando radicalmente la qualità della vita e della propria gestione del diabete, senza sottoporsi a un intervento chirurgico maggiore come il trapianto dell’organo in toto. Il Covid ci impegna oltre i limiti ma non ferma quella splendida macchina che è la Sanità Veneta con tutti i suoi operatori!”.

Il nuovo Laboratorio per la Terapia cellulare del diabete tipo 1 entrerà presto in funzione nel Campus Biomedico Pietro D’Abano di Padova

Il 2022 sarà l’anno dell’avvio dell’attività su una selezione di pazienti adulti con diabete tipo 1 fortemente instabile, per arrivare, nel 2024, al trapianto di insule microincapsulate, con la speranza di poter curare anche i bimbi affetti da diabete tipo 1. Nel progetto multidisciplinare padovano sono attualmente coinvolti 35 professionisti; la responsabile è la Prof.ssa Lucrezia Furian dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.

“Il laboratorio che inauguriamo oggi – che noi chiamiamo Facility – è un luogo straordinario perché è in grado di garantirci la pulizia dell’aria e degli ambienti che sono richiesti dalla Normativa Europea per processare le insule pancreatiche. Queste isole sono una delle possibili cure per il diabete tipo 1 fortemente instabile e richiedono una lavorazione che è molto complessa e che deve garantire degli standard di qualità elevatissimi” sottolinea la Prof.ssa Furian.

Una procedura meno invasiva per iniettare le cellule pancreatiche nel paziente

“Il vantaggio del trapianto di insule pancreatiche è quello di evitare al paziente con diabete tipo 1 instabile un intervento di chirurgia maggiore come il trapianto di pancreas in toto. Infatti, il trapianto di insule pancreatiche viene eseguito tramite una procedura meno invasiva – ovvero un’iniezione percutanea (infusione sotto guida ecografica) nel fegato, più precisamente nella vena porta, del preparato cellulare estratto e purificato con conseguente riduzione di morbidità e rischi per il paziente correlati alla procedura” conclude la Prof.ssa Furian.

È importante sottolineare che per fare un trapianto di isole pancreatiche è necessario che sia disponibile un pancreas da donatore deceduto (la vita senza pancreas non è possibile quindi l’organo – a differenza del rene – non può essere donato da vivi).
In Italia è il Centro Nazionale Trapianti (CNT) l’organismo tecnico-scientifico preposto al coordinamento della Rete Nazionale Trapianti che ha tra le sue funzioni quella di allocare gli organi in base alla disponibilità. Le regole per accedere al trapianto di isole pancreatiche così come di pancreas in toto o pancreas e rene sono uguali in tutta Italia.

Questo trattamento migliora notevolmente la qualità della vita del paziente” ribadisce il Prof. Paolo Rigotti, direttore chirurgia trapianti rene-pancreas, Padova “avere un trapianto che ti corregge fisiologicamente la glicemia e gli altri parametri riducendo il rischio di ipoglicemia in cui incorre spesso il paziente con diabete tipo 1 è un grande vantaggio. Se poi un giorno si riuscirà anche a fare questo senza terapia immunosoppressiva – utilizzando insule incapsulate – sarà veramente il risultato più grande”.

Ad oggi quindi, l’opzione del trapianto di isole pancreatiche non rappresenta la cura definitiva, è bene ribadirlo, per non creare illusioni. Rappresenta una terapia temporanea, per un certo numero di anni – che possono variare da paziente a paziente – in cui il paziente riuscendo ad ottimizzare il compenso glicemico e quindi a rallentare l’evoluzione delle complicanze diabetiche, migliora la sua qualità di vita, tenendo conto però della potenziale necessità di assumere farmaci antirigetto, che – seppur in genere vengano ben tollerati – potrebbero dare effetti secondari, anche difficili da tollerare. Per ogni paziente, si tratta sempre di un’accurata valutazione del rapporto rischi/benefici che va fatta insieme al team multidisciplinare di riferimento e – ovviamente – al paziente e ai suoi familiari più stretti.

TUTTI I RIFERIMENTI PER CONTATTARE IL CENTRO TRAPIANTI RENE E PANCREAS DELL’ AOU DI PADOVA
Per ulteriori informazioni, si può scrivere alla Prof.ssa Furian o alla Dott.ssa Lucia Rizzato

Studio medici
Prof.ssa Lucrezia Furian:
tel. 049.8211759 – email: lucrezia.furian@unipd.it

Dr.ssa Lucia Rizzato
Lucia.rizzato@aopd.veneto.it
Tel. 049/8211213

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